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La tecnologia al servizio degli arbitri di calcio



Le decisioni dell'arbitro, si sa, non sempre fanno l'unanimità. Che sia il tifoso o l'allenatore, il giocatore o il commentatore, c'è spesso qualcuno che, a torto o ragione, ha un'opinione diversa rispetto a quella del direttore di gara. Colui che decide di intraprendere il percorso per diventare un arbitro professionista deve quindi essere consapevole che sarà confrontato con molte pressioni e questo vale per numerosi sport. Il calcio, ça va sans dire, è senza dubbio una delle discipline sportive dove l'arbitro viene maggiormente contestato.Tuttavia molto spesso dall'esterno è difficile comprendere fino in fondo le complessità insite in questo lavoro, durante il quale è necessario prendere decisioni importanti in un lasso di tempo brevissimo. Decisioni che, in molti casi, possono determinare l'esito di un match.


Rimanendo fedeli al tema di quest'anno, ovvero le tecnologie applicate alle sport, in occasione dello scorso convivio, tenutosi il 24 maggio a Villa Sassa, abbiamo chiesto a due ospiti d'eccezione qual'è il rapporto degli arbitri con le nuove tecnologie. Sono intervenuti Sascha Kever – già arbitro internazionale e VAR per la SFL e Andrea Colombo, giovane arbitro già arrivato ai massimi livelli del calcio italiano: la Serie A . Un incontro reso possibile da Francesco Bianchi, socio del Panathlon Club Lugano con un passato importante da arbitro. La serata è stata moderata dal nostro Vicepresidente Ivan Degliesposti.


Tra le innovazioni tecnologiche di cui si è discusso non poteva mancare la VAR. Kever ha raccontato la genesi di questo strumento, nato sulla scia di una riflessione: se il pubblico da casa o allo stadio può rivedere un'azione sullo schermo, perché non dovrebbe avere la stessa possibilità anche l'arbitro? Aneddoto curioso: queste riflessioni sono nate da un episodio ben preciso, che molti ricorderanno: Francia contro Irlanda, partita valida per la qualificazione ai mondiali 2010 in Sud Africa. Henry segna controllando la palla con la mano, lo vedono tutti tranne l'arbitro, impossibilitato a causa della sua posizione. Gol assegnato, Irlanda fuori dai mondiali. Le polemiche furono cosi accese che si rese necessario intervenire, cominciando a lavorare sul progetto VAR. Oggi la VAR è uno strumento utilizzato in tanti campionati, e quello svizzero, ben conosciuto da Kever, non fa eccezione.


Anche Colombo ha parlato di VAR, raccontando la sua applicazione nel campionato italiano. Inoltre, l'arbitro italiano si è soffermato su un'altra importante e recente innovazione, il fuorigioco semi-automatico. Un sistema molto complesso, basato su dodici telecamere che tracciano cinquanta fotogrammi al secondo, grazie al quale è possibile conoscere esattamente la posizione di ogni giocatore in campo in ogni istante di una partita. Anche in questo caso, racconta Kever, la tecnologia risponde a un errore che fece molto discutere: lo scorso 11 settembre in Juventus-Salernitana quando nei minuti finali venne annullato un goal a Milik per un fuorigioco di Bonucci in realtà inesistente. Allora l’Associazione italiana arbitri (AIA) spiegò che gli addetti alla VAR non erano in possesso di tutte le immagini dal campo e che quindi non si era potuto certificare che in realtà c’era Candreva a tenere tutti in gioco.


Entrambi gli arbitri, in chiusura, hanno concordato nel sostenere che le nuove tecnologie, se usate con criterio, possono rendere ancora più preciso e rapido il lavoro degli arbitri, a vantaggio di tutti: giocatori, allenatori e tifosi.




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